giovedì 1 novembre 2012

Dell'altezza delle stanze - parte terza.

Completo i post precedenti analizzando quanto proponeva Andrea Palladio nel suo Primo Libro dell'Architettura nel capitolo XXIII "Dell'altezza delle stanze".
"... si può trovare un'altezza proporzionata della stanza a volta anche nel seguente modo. Si disegni un rettangolo con le misure dei lati della stanza, mettendo i lati maggiori orizzontali e quelli minori verticali; sul lato maggiore superiore si aggiunga un segmento pari alla lunghezza del lato minore; dalla fine di detto segmento si tracci una diagonale che incroci il lato minore dal quale si è fatto partire lo stesso segmento, ma sulla parte inferiore; si prolunghi la diagonale sino a farla incrociare con il prolungamento dell'altro lato minore; l'altezza del volto sarà pari a quest'ultimo prolungamento. Volendo procedere con metodo matematico e non grafico si farà come segue. SI divida a metà la somma dei due lati della stanza. Ad esempio poniamo di avere una stanza lunga 12 e profonda 6. La somma dei due lati divisa a metà sarà uguale a 9. Si moltiplichi il 9 prima per il 12 e poi per il 6 (prima per il lato maggiore e poi per quello minore della stanza). Si ottiene 108 e 54. Si scrivano i risultati sotto ai rispettivi lati della stanza. Si moltiplichino ora i due lati della stanza tra di loro (6 x 12 = 72) e si scriva il risultato sotto al 9. L'altezza della volta sarà pari al numero che moltiplicato per 9 mi dia 72, cioè nel nostro caso sarà uguale a 8.

12   9   6
108  72   54
 8

Ci sono anche altezze delle volte che non hanno regole precise per il calcolo, ma saranno stabilite dal progettista secondo il suo giudizio e necessità."

Ma al giorno d'oggi, siamo all'altezza di tutto ciò?

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