lunedì 19 novembre 2012

The doors. Parte seconda.

Continua dal post precedente...
"Le porte delle stanze non si faranno più larghe di 3 piedi (circa 105 cm) e più alte di 6,5 piedi (circa 228 cm) né più strette di 2 piedi (circa 70 cm) e più basse di 5 piedi (circa 176 cm). Le finestre dovranno essere dimensionate in modo da fornire la corretta luce ai locali... Le dimensioni delle stanze e delle finestre dovranno stare quindi nel giusto rapporto tra di loro: una stanza grande avrà bisogno di molta più luce, rispetto ad una piccola, per essere luminosa e chiara. Se si faranno le finestre più piccole e rade di quel che serve i locali saranno scuri; se invece si faranno le finestre troppo grandi i locali diventeranno inabitabili perché, in base alla stagione saranno o troppo freddi o troppo caldi... Per questo motivo non si faranno finestre più larghe della quarta parte della larghezza delle stanza né più strette della quinta; la loro altezza sarà pari a due volte la larghezza più 1/6 della larghezza..." Continua nel prossimo post.

Oggi, con le caratteristiche tecniche di telai e vetri per costruire i serramenti, non ci sono più problemi legati alle dimensioni delle finestre. 
"Questa è un'epoca in cui tutto viene messo in vista sulla finestra per occultare il vuoto della stanza". Tenzin Gyatso.

giovedì 15 novembre 2012

The doors. Parte prima.

Come si può intuire dal titolo l'argomento di oggi sono le porte. In particolare fornisco la mia versione di quanto scriveva il Palladio nel capitolo XXV "Delle misure delle porte e delle finestre" nel Primo Libro dell'Architettura.
"Non si può dare regola fissa per determinare altezza e larghezza delle porte esterne ed interne dei fabbricati. La porta principale deve essere dimensionata dal progettista in funzione della grandezza del fabbricato e delle necessità del committente. Una buona regola è quella di dividere lo spazio dal pavimento alle travi del soffitto in 3.5 parti (come diceva Vitruvio nel IV libro al VI capitolo): l'altezza della porta sarà pari a 2 parti mentre la larghezza sarà di una parte meno la dodicesima parte dell'altezza. Gli antichi erano soliti fare le porte dei piani superiori meno larghe rispetto a quelle del piano terra, come si vede in un tempio a Tivoli... La posizione della porta principale deve consentire di accedere ai vari locali del fabbricato in modo agevole...". Continua nel prossimo post...

Se le porte della percezione fossero spalancate, ogni cosa apparirebbe all'uomo come realmente è, infinita - William Blake.

martedì 6 novembre 2012

C'era una volta...

Provo a "tradurre" quanto scriveva Andrea Palladio nel capitolo XXIV "Delle maniere de' volti" nel Primo Libro dell'Architettura, in relazione al modo di costruire i soffitti a volta.
"Sei sono i modi per costruire un soffitto a volta: a crociera, a fascia, a remenato (sono le volte che sono formate da porzioni di cerchio e non arrivano a formare un semicerchio), rotondo, a lunette ed a conca... Gli ultimi due modi sono stati inventati dai moderni; quelli precedenti venivano usati anche dagli antichi. Le volte rotonde si fanno nelle stanze quadrate..."
Se andate al seguente link trovate il capitolo originale del Palladio nonché i disegni delle volte:

Non so cosa ne pensate, ma un soffitto a volta è un gran bel vedere. Oggi, per vari motivi, vengono realizzati certi tipi di soffitto a mio parere insignificanti. Ecco perché preferisco quelli di una volta...

giovedì 1 novembre 2012

Dell'altezza delle stanze - parte terza.

Completo i post precedenti analizzando quanto proponeva Andrea Palladio nel suo Primo Libro dell'Architettura nel capitolo XXIII "Dell'altezza delle stanze".
"... si può trovare un'altezza proporzionata della stanza a volta anche nel seguente modo. Si disegni un rettangolo con le misure dei lati della stanza, mettendo i lati maggiori orizzontali e quelli minori verticali; sul lato maggiore superiore si aggiunga un segmento pari alla lunghezza del lato minore; dalla fine di detto segmento si tracci una diagonale che incroci il lato minore dal quale si è fatto partire lo stesso segmento, ma sulla parte inferiore; si prolunghi la diagonale sino a farla incrociare con il prolungamento dell'altro lato minore; l'altezza del volto sarà pari a quest'ultimo prolungamento. Volendo procedere con metodo matematico e non grafico si farà come segue. SI divida a metà la somma dei due lati della stanza. Ad esempio poniamo di avere una stanza lunga 12 e profonda 6. La somma dei due lati divisa a metà sarà uguale a 9. Si moltiplichi il 9 prima per il 12 e poi per il 6 (prima per il lato maggiore e poi per quello minore della stanza). Si ottiene 108 e 54. Si scrivano i risultati sotto ai rispettivi lati della stanza. Si moltiplichino ora i due lati della stanza tra di loro (6 x 12 = 72) e si scriva il risultato sotto al 9. L'altezza della volta sarà pari al numero che moltiplicato per 9 mi dia 72, cioè nel nostro caso sarà uguale a 8.

12   9   6
108  72   54
 8

Ci sono anche altezze delle volte che non hanno regole precise per il calcolo, ma saranno stabilite dal progettista secondo il suo giudizio e necessità."

Ma al giorno d'oggi, siamo all'altezza di tutto ciò?

venerdì 26 ottobre 2012

Dell'altezza delle stanze - parte seconda.

Proseguo il post precedente analizzando quanto proponeva Andrea Palladio nel suo Primo Libro dell'Architettura nel capitolo XXIII "Dell'altezza delle stanze".
"...un'altra altezza della volta delle stanze, proporzionata ai lati della stanza stessa, si troverà come segue. Disegnare i due lati della stanza, larghezza e profondità, uno a seguito dell'altro in modo da formare un'unica linea. La metà della linea ottenuta corrisponderà al centro di un semicerchio che andremo a disegnare. Dal punto di congiunzione tra i due lati della stanza nella linea suddetta, facciamo partire un'altra linea perpendicolare che incroci il semicerchio precedentemente tracciato. La lunghezza di quest'ultima linea corrisponderà all'altezza della volta. Non volendo operare graficamente la si potrà determinare calcolando la radice quadrata del rapporto tra i due lati della stanza. Ad esempio se la stanza su cui vogliamo realizzare la volta è lunga 9 piedi e larga 4, l'altezza della volta sarà uguale a 6..." continua nel prossimo post.

Tanto per proseguire con la polemica iniziata nel post precedente, a volte penso che se i grandi architetti del passato  operassero in Italia ai nostri giorni potrebbero trovarsi con le mani legate dalla burocrazia! Che tristezza...

sabato 20 ottobre 2012

Dell'altezza delle stanze - parte prima.

Continuo con la mia personale analisi di quanto proponeva Andrea Palladio nel suo Primo Libro dell'Architettura, ed in particolare nel capitolo XXIII "Dell'altezza delle stanze".
"Il soffitto delle stanze può essere a volta o con solaio in legno. Se con solaio in legno, l'altezza dal pavimento alle travi sarà uguale alla larghezza della stanza; le stanze dei piani superiori saranno più basse di un sesto della stanza al piano terra. Se con soffitto a volta, le stanze saranno più belle e meno esposte agli incendi. L'altezza della volta nelle stanze quadrate sarà pari alla larghezza della stanza aumentata di 1/3. Nelle stanze rettangolari bisognerà cercare un'altezza che sia proporzionata alla lunghezza ed alla larghezza della stanza stessa. La misura di questa altezza sarà pari alla somma della lunghezza e della larghezza della stanza divisa a metà..." continua nel prossimo post.

Avete mai calcolato, o conoscete qualcuno che calcola, l'altezza delle stanze in questo modo? Io non conosco nessuno...
Oggi i progettisti in Italia, con la legislazione che ci ritroviamo, sono obbligati dalle norme a compiere determinate scelte. Ma siamo sicuri che chi scrive le norme non stia esagerando con i parametri che impone? E per favore non ditemi che i vincoli sono uno stimolo per la fantasia... 

mercoledì 17 ottobre 2012

Dei soffitti.

Vediamo insieme come realizzare dei bei soffitti piacevoli alla vista, secondo quanto indicava Andrea Palladio nel capitolo XXII "De' pavimenti, e de' soffittati" nel Primo Libro dell'Architettura, secondo una mia interpretazione.
"...i soffitti si possono fare in vari modi. Possono essere di travi belle e lavorate: la distanza tra le travi deve essere pari ad una grossezza e mezza di trave. In questo modo i solai sono belli da vedere e c'è abbastanza muro tra una trave e l'altra idoneo a sostenere il muro soprastante. Se le travi si distanzieranno più di una grossezza e mezza non accontenteranno la vista; se si distanzieranno di meno sarà quasi come dividere strutturalmente il muro di sopra da quello di sotto. In questo ultimo caso, se le travi marciscono o si bruciano il muro non sarà più in equilibrio statico e rovinerà. Altri soffitti si possono fare di stucchi o di legname dove possono essere attaccate pitture. E così, a seconda dei gusti si adornano. In questo caso non si può fornire regola determinate e certa."

Solaio interno di Villa Caldogno

Mi sembra che nessuno realizzi più i solai in legno con le regole sopra esposte. La distanza tra le travi nelle costruzioni moderne è ben maggiore alla grossezza e mezza della trave. Forse sarà per risparmiare legno? Io penso che quando si costruisce un edificio certe economie non portino beneficio!