martedì 31 luglio 2012

La misura dello spazio tra le colonne.

Per ottenere un edifico armonioso, anche lo spazio tra le colonne deve essere correttamente dimensionato. Vediamo una mia sintesi dell'argomento tratta dal Capitolo XIII "Della gonfiezza e diminuzione delle colonne, degli interolunnij..." del Primo Libro dell'Architettura di Andrea Palladio.
"... gli spazi tra le colonne possono misurare come un 1,5 diametro di colonna, prendendo il diametro nella parte inferiore della colonna; possono essere di 2 diametri, di 2 + 1/4, di 3 e anche maggiori. Ma gli antichi non li usarono mai di misura maggiore ai 3 diametri di colonna (ad esclusione dell'ordine toscano...) né minori al 1,5 diametri; quest'ultima misura la usavano soprattutto quando facevano le colonne molto grandi. Ma la misura che più usarono fu quella uguale a 2 + 1/4 diametri di colonna... 
Si deve fare attenzione che tra gli spazi tra le colonne e le colonne stesse vi sia proporzione e corrispondenza. Facendo spazi grandi e colonne piccole si toglierà grande parte dell'effetto estetico, essendo che molto spazio tra le colonne diminuirà la percezione della grossezza delle colonne; facendo invece spazi piccoli e colonne grosse, per la strettezza e l'angustia degli spazi che si ricaveranno si otterrà un aspetto goffo e senza grazia.
Se gli spazi tra le colonne eccederanno i 3 diametri di colonna, si dovranno fare le colonne di diametro uguale alla settima parte dell'altezza della colonna medesima, come nell'ordine Toscano.
Se gli spazi tra le colonne saranno uguali a 3 diametri di colonna, le colonne saranno alte, compresa base e capitello, 7,5 oppure 8 diametri, come nell'ordine Dorico...

Se gli spazi tra le colonne saranno uguali a 2 + 1/4 diametri di colonna, le colonne saranno alte, compresa base e capitello, 9 diametri, come nell'ordine Ionico...
Se gli spazi tra le colonne saranno uguali a 2 diametri di colonna, le colonne saranno alte, compresa base e capitello, 9,5 diametri, come nell'ordine Corinzio...
Se gli spazi tra le colonne saranno uguali a 1,5 diametri di colonna, le colonne saranno alte, compresa base e capitello, 10 diametri, come nell'ordine Composito...
Le colonne nella fronte degli edifici devono essere sempre pari; lo spazio tra le colonne centrali sarà di maggiore dimensione in modo da mettere in evidenza l'entrata al fabbricato..."


Villa Foscari detta la Malcontenta di Andrea Palladio,
ubicata lungo il naviglio del fiume Brenta a Mira (VE).

Anche nella vita comune, le cose proporzionate sono più armoniose!

giovedì 26 luglio 2012

Le regole per la costruzione delle colonne.

Con questo post voglio indicarvi le regole per la costruzione del fusto delle colonne. Vi scrivo di seguito una sintesi di una parte del Capitolo XIII "Della gonfiezza e diminuzione delle colonne..." tratto dal Primo Libro dell'Architettura di Andrea Palladio.
"Le colonne di ciascun ordine si devono costruire in modo che la parte superiore sia più sottile della parte inferiore, e nel mezzo ci sia una rigonfiatura. Per quanto riguarda la diminuzione della parte superiore, essa diminuirà tanto più le colonne sono alte, essendo che l'altezza fa da sé l'effetto di diminuire conseguentemente alla distanza da cui si percepisce la colonna. Se la colonna sarà alta sino a 15 piedi (circa mt 4.90) si dividerà il diametro della parte inferiore in 6.5 parti e il diametro della parte superiore dovrà essere di 5.5 parti.
Se la colonna avrà un'altezza compresa tra i 15 e i 20 piedi (circa tra mt 4.90 e 6.50) si dividerà il diametro della parte inferiore in 7 parti e il diametro della parte superiore dovrà essere di 6.5 parti.
Similmente se la colonna avrà un'altezza compresa tra i 20 e i 30  piedi (circa tra mt. 6.50 e 9.75) si dividerà il diametro della parte inferiore in 8 parti e il diametro della parte superiore dovrà essere di 7 parti.
E così le colonne che saranno più alte si realizzeranno secondo detto modo...
Per quanto riguarda la gonfiezza della colonna, si deve dividere il fusto della colonna in 3 parti uguali; la parte inferiore sarà costruita perfettamente a piombo. Dalla parte finale di questa terza parte si disegnerà un arco che finirà al punto della diminuzione del diametro superiore della colonna, sotto al collarino; in questo modo la colonna viene gonfia in mezzo e si rastrema garbatamente.

In riferimento all'immagine soprastante:
A-B: terza parte della colonna dritta a piombo
B-C: due terzi della colonna che rastremano
C: diametro superiore della colonna diminuito secondo le regole sopra riportate


A questo punto della lettura siete in grado di progettare colonne secondo i canoni palladiani. Scusate se è poco...
Se a qualcuno interessa il file dell'immagine in formato .dwg, mi contatti all'indirizzo mail venetoarchitecture@gmail.com.

domenica 22 luglio 2012

Gli ornamenti dei fabbricati.

"... gli ornamenti, dei quali nessuno è maggiore di quello che possono dare le colonne quando sono messe al giusto posto e sono costruite in modo proporzionato al fabbricato." Dal Capitolo XI "Delle diminuzione dei muri e delle parti loro" del Primo Libro dell'Architettura di Andrea Palladio.



Nella foto fusti di colonne in mattoni per la costruzione di Villa Porto a Molina di Malo (VI), progettata da Andrea Palladio e mai conclusa.

Le colonne possono essere classificate, dal punto di vista architettonico, in vari ordini. Vediamo una sintesi di quanto scriveva Palladio nel Capitolo XII "Dei cinque ordini che usarono gli antichi" nel Primo Libro dell'Architettura.
"Cinque sono gli ordini dei quali gli antichi si servirono: Toscano, Dorico, Ionico, Corinzio e Composto. Questi si devono disporre negli edifici in modo che il più compatto sia nella parte più bassa... quindi sempre il dorico si porrà sotto lo ionico, lo ionico sotto al corinzio e il corinzio sotto al composto. Il toscano, essendo rozzo, si usa rare volte... e se si vorrà tralasciare uno di questi ordini, come ad esempio mettere il corinzio direttamente sopra il dorico, si potrà fare purché il più compatto sia sempre nella parte più bassa..."

Per avere un buon risultato dalla progettazione ricordate sempre l'importanza delle regole!

sabato 21 luglio 2012

Norme tecniche per le costruzioni.

Mi piace pensare che edifici costruiti 500 anni fa, senza tante Norme Tecniche per le Costruzioni, siano ancora perfettamente eretti e che addirittura siano ammirati dal mondo intero.


Villa Almerico Capra detta La Rotonda
Vicenza 1566-1591 (Andrea Palladio)


Vediamo alcune norme del tempo tratte dal Capitolo XI "Delle diminuzioni dei muri e delle parti loro" dal Primo Libro dell'Architettura di Andrea Palladio.
"...tanto più i muri salgono, tanto più diminuiscono di spessore... ma con discrezione affinché non siano alla fine troppo sottili... il centro dei muri di sopra deve cascare al centro di quelli di sotto... quando si volesse fare una superficie o faccia del muro di sopra in linea con quella di sotto, si dovrà farla dalla parte interna perché le travature dei solai, le volte e gli altri sostegni dell'edificio non lasceranno che il muro caschi o si muova... lo scalino che sarà di fuori si coprirà con una fascia o cornice che circondi tutto l'edificio,  che farà anche da ornamento... Gli angoli del fabbricato... devono essere assolutamente fermi e saranno formati da lunghe e dure pietre... Le finestre e le aperture si devono allontanare dagli angoli più che si può o almeno lasciare tanto spazio dall'apertura quanto al larghezza dell'apertura stessa...".
Poche ma buone regole...

mercoledì 18 luglio 2012

Edifici in pietra.

 
L'anfiteatro di Pola - Croazia

Credo che una foto sia meglio di tante parole, soprattutto se proferite dal sottoscritto.
Vediamo cosa scriveva il Palladio nel capitolo X "Del modo che tenevano gli antichi nel far gli edificij in pietra" nel Primo Libro dell'Architettura.
"...nelle opere degli antichi è stata usata tanta diligenza nel congiungere insieme le pietre che in molti casi la giuntura si riconosce appena; in questo modo, oltre ad ammirare la bellezza dell'edifici se ne apprezza la forza... gli antichi prima lavoravano solamente le facce delle pietre che andavano sovrapposte lasciando le altre parti grezze, poi le ponevano in opera in modo che tutte le facce della pietra a vista fossero più grandi del necessario; in questo modo potevano maneggiarle meglio senza timore di danneggiare la facce già finite... così costruivano gli edifici al grezzo per completarli in opera... Alcuni elementi che non si potevano fare in opera, come le rose tra i modiglioni e altri intagli nelle cornici, venivano fatti a terra prima della posa in opera... L'arco vicino a Castelvecchio a Verona (http://it.wikipedia.org/wiki/Arco_dei_Gavi)... fu costruito in detto modo... 

L'arco di Castelvecchio a Verona

La Colonna Traiana a Roma (http://it.wikipedia.org/wiki/Colonna_Traiana) similmente fu costruita perché in altro modo non potrebbe essere stata realizzata in quanto le giunture delle pietre passano attraverso le teste e le altri parti delle figure rappresentate...

La Colonna Traiana a Roma

E se qualche edificio era molto grande, come l'Arena di Verona, l'Anfiteatro di Pola, o simili, per risparmiare tempo e denaro, venivano lavorati solo le imposte delle volte, i capitelli e le cornici lasciando il resto grezzo, tenendo solamente conto della forma dell'edificio. Ma nei templi e negli alti edifici che richiedevano delicatezza non risparmiavano fatica nel lavorarli..."
Oggi gli edifici generalmente vengono rivestiti con lastre di pietra in modo da ridurne gli interventi di manutenzione nel tempo.
Ex sede UBS - Basilea (Svizzera)
Architetto Mario Botta

martedì 17 luglio 2012

Delle fondamenta.

Le fondamenta sono importanti nell'architettura come nella formazione culturale di ognuno di noi. Sopra a fondamenta precarie non potrà starci niente di stabile.
Vediamo una sintesi di quanto scriveva Palladio nel capitolo VIII "Delle fondamenta" nel Primo Libro dell'Architettura e proviamo, finché leggiamo, a pensare che quanto scritto si riferisca anche alla formazione culturale.
"Le fondamenta devono essere il doppio più grosse del muro che dovrà essere costruito sopra; si dovrà in ogni caso valutare la qualità del terreno e la grandezza dell'edificio, facendole anche più larghe nei terreni mossi e meno sodi o nel caso in cui avessero da sostenere un carico pesante. Il piano dello scavo dovrà essere orizzontale in modo che il peso dei muri si scarichi in modo uniforme evitando la creazione di crepe sui muri stessi...".
Le fondamenta del nostro bagaglio culturale devono saper supportare tutte le informazioni che vengono sopra caricate per scelta o per imposizione, scaricandole sul terreno sottostante, senza creare danni statici alla struttura, cioè a noi!


Il trattato di Leon Battista Alberti
"De re aedificatoria" del 1450 circa
(Ottima fondamenta per la nostra
formazione culturale in architettura)

lunedì 16 luglio 2012

Delle indagini geologiche.

Capita, non di rado, che qualche "genio" ritenga l'indagine geologica del terreno, sul quale andrà a costruire un edificio, una spesa superflua. A mio parere è uno degli errori più grossolani che si possano commettere!
Vediamo una sintesi di cosa scriveva il Palladio sul capitolo VII "Delle qualità del terreno, ove s'hanno da poner le fondamenta" nel Primo Libro dell'Architettura.
"...tra tutti gli errori nei quali fabbricando si può incorrere sono dannosissimi quelli che nelle fondamenta si commettono perché portano con sé la rovina di tutta l'opera e non si possono correggere senza grandissima difficoltà... In certi casi si hanno le fondamenta dalla natura in altri bisogna costruirle... Dalla natura si hanno le fondamenta quando si costruisce sopra terreni forti come le rocce; in questi casi non occorre realizzare alcuna opera. Se la natura non offre le fondamenta si dovranno costruire con l'arte e si potrà costruire su terreni sodi, ghiaiosi, sabbiosi, mossi, molli o paludosi..."


Palazzo Chiericati a Vicenza
di Andrea Palladio.
Costruzione iniziata nel 1551.

Considerata l'età dell'edificio e l'ottimo stato di conservazione, è scontato che siano state fatte indagini geologiche preventive e che, sulla base dei risultati delle stesse, sia stata effettuata la scelta del tipo di fondazioni realizzate. 

Chi prima non pensa in ultimo sospira!

domenica 15 luglio 2012

Dei metalli da costruzione.

Chissà cosa resterà di certe architetture di ostentazione in acciaio, leghe e cristallo tra 500 anni. Mi sembra che certi edifici vengano costruiti per stupire a discapito di funzionalità e durabilità, dimenticandosi di quanto asseriva Vitruvio su "Firmitas, Utilitas e Venustas"!
Vediamo invece cosa diceva Palladio nel capitolo VI "Dei metalli" nel Primo Libro dell'Architettura".
"I metalli che si adoperano nelle fabbriche sono ferro, piombo e rame. Il ferro serve per fare i chiodi, i cardini, i catenacci con i quali si chiudono le porte e per fare le porte stesse, le inferriate e simili lavori... Di piombo si coprono i grandi palazzi, i templi, le torri e altri edifici pubblici; si fanno i canali per lo scolo delle acque meteoriche nelle coperture; viene utilizzato inoltre per fissare i cardini e le inferriate nelle cornici di porte e finestre... Di rame si possono coprire gli edifici pubblici; gli antichi ci facevano i chiodi che volgarmente si chiamavano doroni, i quali fissati nella pietra di sotto e in quella di sopra evitavano movimenti... acciocché tutto l'edificio... fosse come di un pezzo solo e così molto più forte e duraturo... in rame erano anche le lettere per le iscrizioni che si pongono nel fregio degli edifici, si dice le cento porte di Babilonia, e due colonne di Ercole... Il rame mescolato con stagno, piombo o ottone... crea il bronzo, del quale molto spesso gli architetti si servono per fare basi di appoggio, colonne, capitelli, statue e altre cose simili... 


Copertura in rame della
Basilica Palladiana a Vicenza

Guggenheim Museum di Bilbao

giovedì 12 luglio 2012

Della calce per le costruzioni.

La calce nelle costruzioni è un elemento importante.
Se avete avuto modo di ammirare qualche villa veneta vi sarete accorti che gli intonaci non sono neanche da paragonare con certi impasti premiscelati dei giorni nostri.
Palladio, nel capitolo V "Della calce, e modo di impastarla" del Primo Libro dell'Architettura scriveva più o meno così: "Le pietre per fare la calce o si cavano dai monti o si pigliano dai fiumi. Ogni pietra dei monti è buona... migliore è quella durissima, soda e bianca e che cotta rimarrà un terzo più leggera della sua pietra. Ci sono anche certe sorti di pietre spugnose la calce delle quali è molto buona per l'intonacatura dei muri. Si cavano nei monti di Padova alcune pietre scagliole, la calce delle quali è eccellente per le opere che si fanno allo scoperto e nelle acque perché fa presa in fretta e si mantiene a lungo... Le pietre che si pigliano dai fiumi e dai torrenti, cioè i ciottoli fanno calce buonissima, che fa molto bianco, e lavoro pulito; per questo motivo si usa soprattutto per l'intonacatura dei muri. Ogni pietra di monte o di fiume si cuoce più o meno presto in base al fuoco che riceve, ma generalmente cuoce in sessanta ore... Cotta si deve bagnare e non immergere in una sola volta... Per far la malta si deve in questo modo con la sabbia mescolare: con sabbia di cava si mescoleranno tre parti di sabbia e una di calce; con sabbia di fiume si mescoleranno due parti di sabbia e una di calce."


Interni di Villa Caldogno
a Caldogno (Vicenza)


Tutto questo polpettone per dire che gli intonaci devono essere scelti con cura, rivolgendosi ad una ditta produttrice specializzata, informandosi sui processi di cava e di produzione dei materiali che utilizzano e possibilmente andando a verificare lavori già realizzati da almeno 7/10 anni con gli stessi prodotti che intendete usare. Fate attenzione anche all'orientamento delle pareti, in particolare a quelle rivolte a nord: su certi edifici recenti noterete il degrado sopraggiunto nel giro di pochi anni!

lunedì 9 luglio 2012

Della sabbia per le costruzioni.

Nelle costruzioni in muratura il tipo di sabbia utilizzato per la realizzazione delle malte ha grande importanza. Le sabbie non sono tutte uguali: anzi! Vediamo cosa scriveva in merito Andrea Palladio nel Capitolo IV "Dell'Arena", nel Primo Libro dell'Architettura.
"La sabbia è di tre sorti: di cava, di fiume e di mare. Quella di cava è la migliore e può essere nera, bianca, rossa o carboncino... la pozzolana nelle acque fa prestissimo presa e rende gli edifici fortissimi. Per lunga esperienza s'è visto che la bianca tra le arene di cava è la peggiore, e che tra le arene di fiume la migliore è quella di torrente che si trova sotto la balza, dove l'acqua scende, perché è più pura. L'arena di mare è di tutte la meno buona... L'arena di cava essendo grassa è la più tenace ma si divide facilmente; si usa nei muri e nei volti continuati. Quella di fiume è buonissima per le intonacature esterne. Quella di mare... è meno adatta a sostenere i pesi. Sarà ogni sabbia nella sua specie ottima se, premuta con le mani e maneggiata, striderà, e che posta sopra candida veste non la sporchi, né vi lasci terra. Cattiva sarà quella che mescolata nell'acqua la renderà torbida e fangosa, e che per lungo tempo sia stata all'aria, al sole, alla luna, e alla rugiada perché avrà mescolato terreno e umidità, atti a produrre arboscelli e fichi selvatici che sono di grandissimo danno alle fabbriche".


Festival delle sculture di sabbia a Jesolo (Venezia)

Se vi state costruendo la casa, attenzione alla sabbia che viene utilizzata, soprattutto per gli intonaci. Se andate in cantiere potete fare direttamente, in prima persona, le prove che ho scritto in grassetto. Ed anche con questa materia potete tastare la preparazione tecnica del vostro progettista.

domenica 8 luglio 2012

Dei mattoni da costruzione.

Sarà che sono un tradizionalista, ma usare il mattone come materiale da costruzione, a mio parere, è una modo certo per ottenere un buon risultato duraturo nel tempo, senza con questo voler screditare gli altri materiali da costruzione. Al giorno d'oggi la ricerca si è particolarmente evoluta e ci sono degli ottimi laterizi da costruzione che garantiscono, se posati a regola d'arte, ottimi isolamenti termici ed acustici, nonché solidità strutturale.
Ma vediamo cosa scriveva Andrea Palladio in proposito, nel Capitolo III "Delle Pietre", nel Primo Libro dell'Architettura.
"... le pietre che si fanno gli uomini, volgarmente per la loro forma si chiamano quadrelli. Devono essere realizzati con terra cretosa, bianchiccia e domabile; non si dovranno usare terre ghiaiose e sabbiose. La terra dovrà esser cavata in autunno, si lascerà macerare durante l'inverno e si formeranno i mattoni in primavera. Ma se fosse necessario realizzare i mattoni in inverno o in estate, dovranno essere coperti in inverno con sabbia secca e in estate con paglia. Costruiti i mattoni essi devono essere seccati per almeno due anni all'ombra, in modo che non si secchino solo in superficie... Si fanno di dimensioni maggiori o minori a seconda dell'edificio che si deve realizzare... Quelli di grosse dimensioni si devono forare in più luoghi in modo che meglio si secchino e cuociano."

L'arena di Verona


Se state per costruirvi una casa, e decidete di farla in laterizio, fate attenzione ai prodotti che scegliete sul mercato. Visitate i siti internet dei vari produttori e fatevi consigliare dal vostro progettista. In questo modo verificherete anche la preparazione tecnica del progettista.

giovedì 5 luglio 2012

Dei marmi e delle pietre.

Credo che la voracità costruttiva che ha caratterizzato il nostro tempo, ci abbia fatto dimenticare, se mai l'avessimo conosciuta, la buona norma per costruire a regola d'arte.
Molti difetti che riscontriamo nei materiali da costruzione forse sono da imputare ad una cattiva lavorazione degli stessi o alla non conoscenza delle loro caratteristiche.
Con questo post voglio parlare dei marmi e delle pietre che si utilizzano nelle costruzioni. Riporto qui di seguito un estratto dal capitolo III "Delle Pietre" del Primo Libro dell'Architettura di Andrea Palladio.
"... Le pietre con le quali si fanno i muri o sono marmi e pietre dure, che si dicono anche pietre vive, o sono pietre molli e tenere. I marmi e le pietre vive si lavoreranno appena cavati perché risulterà più facile lavorarli e si potranno mettere subito in opera: tanto più si aspetta a lavorarli tanto più duri diventeranno... Le pietre tenere si devono cavare d'estate e tenere allo scoperto; non si potranno posare in opera prima che siano trascorsi due anni da quando sono state cavate. Si devono cavare d'estate perché non essendo esse avvezze ai venti, alle piogge e al ghiaccio a poco a poco si induriranno e diventeranno idonee a resistere alle ingiurie del tempo...".

La Basilica Palladiana a Vicenza

Se vi state costruendo una casa nella quale impiegate pietre o marmi, ora sapete quali domande porre al marmista!

martedì 3 luglio 2012

Dei legnami da costruzione.

Non so cosa pensiate voi sull'utilizzo che facciamo oggi del legname per le costruzioni. Io, quando vedo edifici del 1500 con gli elementi in legno originari (travi dei solai, tavolati, ecc.), mi chiedo se nel 2500 ci sarà traccia delle nostre costruzioni. Ad esempio il legno lamellare, quanto durerà? Vedo inoltre che si utilizzano legni massicci trattati negli essicatoi, di cui viene data garanzia di stabilità, che poi non restano completamente fermi quando sono posati in opera!
Vi delizio allora, o almeno spero, con la mia traduzione del capitolo II "Dei legnami" del Primo Libro dell'Architettura di Andrea Palladio.
"... si devono tagliare l'autunno e per tutto l'inverno, in modo che gli alberi recuperano dalle radici quel vigore e quella forza che nella primavera e nell'estate sono sparsi per le foglie e per i frutti; si taglieranno con luna calante perché l'umore che degrada i legni con la luna calante è consumato: in questo modo non saranno attaccati da tarli e tignole. Si devono tagliare solamente sino al mezzo del midollo e così lasciarli finché si secchino: in questo modo uscirà quell'umore adatto alla putrefazione. Tagliati dovranno essere posti al riparo da sole, venti e pioggia; e affinché si conservino bene e non si secchino dovranno essere unti con sterco di bue. Non si devono tirare per la rugiada, ma nel pomeriggio; né si devono lavorare bagnati di rugiada o molto secchi perché i primi si rompono mentre i secondi daranno uno scarso risultato. Dovranno avere almeno tre anni per essere usati per palchi, porte e finestre..."


L'utilizzo del legno nel
Teatro Olimpico di Vicenza di Andrea Palladio.

lunedì 2 luglio 2012

Sbagliare è umano, perseverare è diabolico.

Quando ci si accinge a progettare un edificio, è sempre buona norma guardare le costruzioni della zona per capire quali possano essere le scelte corrette da operare e quali invece da evitare. I difetti costruttivi degli edifici ci devono insegnare cosa non bisogna assolutamente fare: sbagliare è umano, perseverare è diabolico!
Scriveva il Palladio nel Capitolo I del Primo Libro dell'Architettura "Quali cose devono considerarsi, e prepararsi avanti che al fabbricar si pervenga".
"... si deve anche aver considerazione della qualità e bontà della materia; per eleggere la migliore ci gioverà molto l’esperienza pigliata dalle fabbriche fatte dagli altri, perché da quelle aiutati potremo facilmente determinare ciò che ai bisogni nostri sia consono ed espediente...”.


Le crepe nelle murature dovute ai cedimenti delle fondazioni, ad esempio, dovrebbero insegnarci che una buona indagine geologica è indispensabile per una corretta progettazione.

domenica 1 luglio 2012

Le regole.

Non ci sono molti edifici che riescono a trasmettermi una "armonia architettonica". Anzi, direi che sono proprio pochi.
A mio parere la causa è nei rapporti geometrici tra i vari elementi che compongono l'edificio e l'intero edificio.
Scriveva il Palladio nel Capitolo I del Primo Libro dell'Architettura "Quali cose devono considerarsi, e prepararsi avanti che al fabbricar si pervenga".
"... per far le travamenta dei solari delle sale, e delle stanze, di tanti travi si provveda, che ponendole tutte in opera resti tra l'una e l'altra lo spazio di una grossezza e mezza di trave; mediamente circa le pietre si avvertirà che per fare le erte delle porte e delle finestre non si ricercano pietre più grosse della quinta parte della larghezza della luce, nè meno della sesta. E se nella fabbrica andranno adornati colonne e pilastri, si potranno far le basi, i capitelli e gli architravi di pietra e le altri parti di pietra cotta..."  


Solaio interno di
Villa Saraceno di Andrea Palladio

Prima di iniziare la progettazione di un edificio imponiamoci delle regole: ne uscirà sicuramente un'opera più dignitosa.