Se avete avuto modo di ammirare qualche villa veneta vi sarete accorti che gli intonaci non sono neanche da paragonare con certi impasti premiscelati dei giorni nostri.
Palladio, nel capitolo V "Della calce, e modo di impastarla" del Primo Libro dell'Architettura scriveva più o meno così: "Le pietre per fare la calce o si cavano dai monti o si pigliano dai fiumi. Ogni pietra dei monti è buona... migliore è quella durissima, soda e bianca e che cotta rimarrà un terzo più leggera della sua pietra. Ci sono anche certe sorti di pietre spugnose la calce delle quali è molto buona per l'intonacatura dei muri. Si cavano nei monti di Padova alcune pietre scagliole, la calce delle quali è eccellente per le opere che si fanno allo scoperto e nelle acque perché fa presa in fretta e si mantiene a lungo... Le pietre che si pigliano dai fiumi e dai torrenti, cioè i ciottoli fanno calce buonissima, che fa molto bianco, e lavoro pulito; per questo motivo si usa soprattutto per l'intonacatura dei muri. Ogni pietra di monte o di fiume si cuoce più o meno presto in base al fuoco che riceve, ma generalmente cuoce in sessanta ore... Cotta si deve bagnare e non immergere in una sola volta... Per far la malta si deve in questo modo con la sabbia mescolare: con sabbia di cava si mescoleranno tre parti di sabbia e una di calce; con sabbia di fiume si mescoleranno due parti di sabbia e una di calce."
Interni di Villa Caldogno
a Caldogno (Vicenza)
Tutto questo polpettone per dire che gli intonaci devono essere scelti con cura, rivolgendosi ad una ditta produttrice specializzata, informandosi sui processi di cava e di produzione dei materiali che utilizzano e possibilmente andando a verificare lavori già realizzati da almeno 7/10 anni con gli stessi prodotti che intendete usare. Fate attenzione anche all'orientamento delle pareti, in particolare a quelle rivolte a nord: su certi edifici recenti noterete il degrado sopraggiunto nel giro di pochi anni!
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