domenica 15 luglio 2012

Dei metalli da costruzione.

Chissà cosa resterà di certe architetture di ostentazione in acciaio, leghe e cristallo tra 500 anni. Mi sembra che certi edifici vengano costruiti per stupire a discapito di funzionalità e durabilità, dimenticandosi di quanto asseriva Vitruvio su "Firmitas, Utilitas e Venustas"!
Vediamo invece cosa diceva Palladio nel capitolo VI "Dei metalli" nel Primo Libro dell'Architettura".
"I metalli che si adoperano nelle fabbriche sono ferro, piombo e rame. Il ferro serve per fare i chiodi, i cardini, i catenacci con i quali si chiudono le porte e per fare le porte stesse, le inferriate e simili lavori... Di piombo si coprono i grandi palazzi, i templi, le torri e altri edifici pubblici; si fanno i canali per lo scolo delle acque meteoriche nelle coperture; viene utilizzato inoltre per fissare i cardini e le inferriate nelle cornici di porte e finestre... Di rame si possono coprire gli edifici pubblici; gli antichi ci facevano i chiodi che volgarmente si chiamavano doroni, i quali fissati nella pietra di sotto e in quella di sopra evitavano movimenti... acciocché tutto l'edificio... fosse come di un pezzo solo e così molto più forte e duraturo... in rame erano anche le lettere per le iscrizioni che si pongono nel fregio degli edifici, si dice le cento porte di Babilonia, e due colonne di Ercole... Il rame mescolato con stagno, piombo o ottone... crea il bronzo, del quale molto spesso gli architetti si servono per fare basi di appoggio, colonne, capitelli, statue e altre cose simili... 


Copertura in rame della
Basilica Palladiana a Vicenza

Guggenheim Museum di Bilbao

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