lunedì 19 novembre 2012

The doors. Parte seconda.

Continua dal post precedente...
"Le porte delle stanze non si faranno più larghe di 3 piedi (circa 105 cm) e più alte di 6,5 piedi (circa 228 cm) né più strette di 2 piedi (circa 70 cm) e più basse di 5 piedi (circa 176 cm). Le finestre dovranno essere dimensionate in modo da fornire la corretta luce ai locali... Le dimensioni delle stanze e delle finestre dovranno stare quindi nel giusto rapporto tra di loro: una stanza grande avrà bisogno di molta più luce, rispetto ad una piccola, per essere luminosa e chiara. Se si faranno le finestre più piccole e rade di quel che serve i locali saranno scuri; se invece si faranno le finestre troppo grandi i locali diventeranno inabitabili perché, in base alla stagione saranno o troppo freddi o troppo caldi... Per questo motivo non si faranno finestre più larghe della quarta parte della larghezza delle stanza né più strette della quinta; la loro altezza sarà pari a due volte la larghezza più 1/6 della larghezza..." Continua nel prossimo post.

Oggi, con le caratteristiche tecniche di telai e vetri per costruire i serramenti, non ci sono più problemi legati alle dimensioni delle finestre. 
"Questa è un'epoca in cui tutto viene messo in vista sulla finestra per occultare il vuoto della stanza". Tenzin Gyatso.

giovedì 15 novembre 2012

The doors. Parte prima.

Come si può intuire dal titolo l'argomento di oggi sono le porte. In particolare fornisco la mia versione di quanto scriveva il Palladio nel capitolo XXV "Delle misure delle porte e delle finestre" nel Primo Libro dell'Architettura.
"Non si può dare regola fissa per determinare altezza e larghezza delle porte esterne ed interne dei fabbricati. La porta principale deve essere dimensionata dal progettista in funzione della grandezza del fabbricato e delle necessità del committente. Una buona regola è quella di dividere lo spazio dal pavimento alle travi del soffitto in 3.5 parti (come diceva Vitruvio nel IV libro al VI capitolo): l'altezza della porta sarà pari a 2 parti mentre la larghezza sarà di una parte meno la dodicesima parte dell'altezza. Gli antichi erano soliti fare le porte dei piani superiori meno larghe rispetto a quelle del piano terra, come si vede in un tempio a Tivoli... La posizione della porta principale deve consentire di accedere ai vari locali del fabbricato in modo agevole...". Continua nel prossimo post...

Se le porte della percezione fossero spalancate, ogni cosa apparirebbe all'uomo come realmente è, infinita - William Blake.

martedì 6 novembre 2012

C'era una volta...

Provo a "tradurre" quanto scriveva Andrea Palladio nel capitolo XXIV "Delle maniere de' volti" nel Primo Libro dell'Architettura, in relazione al modo di costruire i soffitti a volta.
"Sei sono i modi per costruire un soffitto a volta: a crociera, a fascia, a remenato (sono le volte che sono formate da porzioni di cerchio e non arrivano a formare un semicerchio), rotondo, a lunette ed a conca... Gli ultimi due modi sono stati inventati dai moderni; quelli precedenti venivano usati anche dagli antichi. Le volte rotonde si fanno nelle stanze quadrate..."
Se andate al seguente link trovate il capitolo originale del Palladio nonché i disegni delle volte:

Non so cosa ne pensate, ma un soffitto a volta è un gran bel vedere. Oggi, per vari motivi, vengono realizzati certi tipi di soffitto a mio parere insignificanti. Ecco perché preferisco quelli di una volta...

giovedì 1 novembre 2012

Dell'altezza delle stanze - parte terza.

Completo i post precedenti analizzando quanto proponeva Andrea Palladio nel suo Primo Libro dell'Architettura nel capitolo XXIII "Dell'altezza delle stanze".
"... si può trovare un'altezza proporzionata della stanza a volta anche nel seguente modo. Si disegni un rettangolo con le misure dei lati della stanza, mettendo i lati maggiori orizzontali e quelli minori verticali; sul lato maggiore superiore si aggiunga un segmento pari alla lunghezza del lato minore; dalla fine di detto segmento si tracci una diagonale che incroci il lato minore dal quale si è fatto partire lo stesso segmento, ma sulla parte inferiore; si prolunghi la diagonale sino a farla incrociare con il prolungamento dell'altro lato minore; l'altezza del volto sarà pari a quest'ultimo prolungamento. Volendo procedere con metodo matematico e non grafico si farà come segue. SI divida a metà la somma dei due lati della stanza. Ad esempio poniamo di avere una stanza lunga 12 e profonda 6. La somma dei due lati divisa a metà sarà uguale a 9. Si moltiplichi il 9 prima per il 12 e poi per il 6 (prima per il lato maggiore e poi per quello minore della stanza). Si ottiene 108 e 54. Si scrivano i risultati sotto ai rispettivi lati della stanza. Si moltiplichino ora i due lati della stanza tra di loro (6 x 12 = 72) e si scriva il risultato sotto al 9. L'altezza della volta sarà pari al numero che moltiplicato per 9 mi dia 72, cioè nel nostro caso sarà uguale a 8.

12   9   6
108  72   54
 8

Ci sono anche altezze delle volte che non hanno regole precise per il calcolo, ma saranno stabilite dal progettista secondo il suo giudizio e necessità."

Ma al giorno d'oggi, siamo all'altezza di tutto ciò?

venerdì 26 ottobre 2012

Dell'altezza delle stanze - parte seconda.

Proseguo il post precedente analizzando quanto proponeva Andrea Palladio nel suo Primo Libro dell'Architettura nel capitolo XXIII "Dell'altezza delle stanze".
"...un'altra altezza della volta delle stanze, proporzionata ai lati della stanza stessa, si troverà come segue. Disegnare i due lati della stanza, larghezza e profondità, uno a seguito dell'altro in modo da formare un'unica linea. La metà della linea ottenuta corrisponderà al centro di un semicerchio che andremo a disegnare. Dal punto di congiunzione tra i due lati della stanza nella linea suddetta, facciamo partire un'altra linea perpendicolare che incroci il semicerchio precedentemente tracciato. La lunghezza di quest'ultima linea corrisponderà all'altezza della volta. Non volendo operare graficamente la si potrà determinare calcolando la radice quadrata del rapporto tra i due lati della stanza. Ad esempio se la stanza su cui vogliamo realizzare la volta è lunga 9 piedi e larga 4, l'altezza della volta sarà uguale a 6..." continua nel prossimo post.

Tanto per proseguire con la polemica iniziata nel post precedente, a volte penso che se i grandi architetti del passato  operassero in Italia ai nostri giorni potrebbero trovarsi con le mani legate dalla burocrazia! Che tristezza...

sabato 20 ottobre 2012

Dell'altezza delle stanze - parte prima.

Continuo con la mia personale analisi di quanto proponeva Andrea Palladio nel suo Primo Libro dell'Architettura, ed in particolare nel capitolo XXIII "Dell'altezza delle stanze".
"Il soffitto delle stanze può essere a volta o con solaio in legno. Se con solaio in legno, l'altezza dal pavimento alle travi sarà uguale alla larghezza della stanza; le stanze dei piani superiori saranno più basse di un sesto della stanza al piano terra. Se con soffitto a volta, le stanze saranno più belle e meno esposte agli incendi. L'altezza della volta nelle stanze quadrate sarà pari alla larghezza della stanza aumentata di 1/3. Nelle stanze rettangolari bisognerà cercare un'altezza che sia proporzionata alla lunghezza ed alla larghezza della stanza stessa. La misura di questa altezza sarà pari alla somma della lunghezza e della larghezza della stanza divisa a metà..." continua nel prossimo post.

Avete mai calcolato, o conoscete qualcuno che calcola, l'altezza delle stanze in questo modo? Io non conosco nessuno...
Oggi i progettisti in Italia, con la legislazione che ci ritroviamo, sono obbligati dalle norme a compiere determinate scelte. Ma siamo sicuri che chi scrive le norme non stia esagerando con i parametri che impone? E per favore non ditemi che i vincoli sono uno stimolo per la fantasia... 

mercoledì 17 ottobre 2012

Dei soffitti.

Vediamo insieme come realizzare dei bei soffitti piacevoli alla vista, secondo quanto indicava Andrea Palladio nel capitolo XXII "De' pavimenti, e de' soffittati" nel Primo Libro dell'Architettura, secondo una mia interpretazione.
"...i soffitti si possono fare in vari modi. Possono essere di travi belle e lavorate: la distanza tra le travi deve essere pari ad una grossezza e mezza di trave. In questo modo i solai sono belli da vedere e c'è abbastanza muro tra una trave e l'altra idoneo a sostenere il muro soprastante. Se le travi si distanzieranno più di una grossezza e mezza non accontenteranno la vista; se si distanzieranno di meno sarà quasi come dividere strutturalmente il muro di sopra da quello di sotto. In questo ultimo caso, se le travi marciscono o si bruciano il muro non sarà più in equilibrio statico e rovinerà. Altri soffitti si possono fare di stucchi o di legname dove possono essere attaccate pitture. E così, a seconda dei gusti si adornano. In questo caso non si può fornire regola determinate e certa."

Solaio interno di Villa Caldogno

Mi sembra che nessuno realizzi più i solai in legno con le regole sopra esposte. La distanza tra le travi nelle costruzioni moderne è ben maggiore alla grossezza e mezza della trave. Forse sarà per risparmiare legno? Io penso che quando si costruisce un edificio certe economie non portino beneficio!

lunedì 15 ottobre 2012

Dei pavimenti.

Come ormai consuetudine prendo spunto dal Primo Libro dell'Architettura di Andrea Palladio, ed in particolar modo dal capitolo XXII "De' pavimenti, e de' soffittati", per dare alcuni spunti per la realizzazione dei pavimenti. Trattasi di traduzione e sintesi dell'autore del blog.
"...i pavimenti si usano fare tipo terrazzo alla veneziana (http://it.wikipedia.org/wiki/Terrazzo_alla_veneziana), di pietre cotte oppure di pietre vive. Quelli realizzati a terrazzo alla veneziana sono eccellenti, si realizzano con coppo pesto (http://it.wikipedia.org/wiki/Cocciopesto), ghiaia minuta e calce e devono essere ben battuti. Si devono realizzare in primavera o in estate affinchè possano seccarsi adeguatamente. I pavimenti realizzati con le pietre cotte, possono avere gli elementi costitutivi di varie forme e di vari colori a seconda del tipo di creta che viene scelta per l'impasto. Saranno molto belli e piacevoli se realizzati con più varietà di colori. Quelli di pietre vive rarissimamente vengono realizzati nelle stanze perchè durante la stagione invernale rendono molto freddo anche se nelle logge e nei luoghi pubblici stanno molto bene. Si dovrà fare attenzione affinchè le stanze contigue abbiano tutte lo stesso tipo di pavimentazione...".

Terrazzo alla veneziana

Pavimentazione con pietre cotte

A me piacciono molto anche la pavimentazioni in listoni di legno. Forse sono meno austere ma sono molto più calde! E il calore in una casa ti fa stare bene...

lunedì 8 ottobre 2012

Delle stanze.


Vediamo come si progettano le stanze secondo quanto previsto da Andrea Palladio al capitolo XXI "Delle loggie, delle entrate, delle sale, e delle stanze: & della forma loro" del Primo Libro dell'Architettura.
Traduzione e sunto a cura dell'autore del blog.
"...le stanze devono essere disposte da entrambe le parti dell'entrata e delle sale e devono essere simmetriche; in questo modo il fabbricato sarà speculare ed i muri porteranno il carico della copertura in maniera uguale. Se si facessero le stanze da una parte grandi e dall'altra piccola, quelle di quest'ultima parte sarebbero più resistenti al peso per la loro conformazione dei muri; in questo modo, con il passare del tempo, nascerebbero grandissimi inconvenienti a rovina di tutta l'opera. I rapporti tra le dimensioni dei due lati delle stanze che garantiscono una buona armonia sono sette. Essi sono:
- rotonde (cosa rara);
- quadrate;
- rettangolari in modo che la lunghezza della stanza sia uguale alla diagonale del quadrato costruito sulla larghezza;
rettangolari in modo che la lunghezza della stanza sia uguale alla lato del quadrato costruito sulla larghezza + 1/3;
rettangolari in modo che la lunghezza della stanza sia uguale alla lato del quadrato costruito sulla larghezza + 1/2;
rettangolari in modo che la lunghezza della stanza sia uguale alla lato del quadrato costruito sulla larghezza + 2/3;
rettangolari in modo che la lunghezza della stanza sia uguale alla lato del quadrato costruito sulla larghezza moltiplicato per 2."


Che dire. In Italia generalmente una camera matrimoniale deve avere una superficie minima di 14 mq. Credo che nessuno di noi dormirebbe sonni sereni in una camera delle dimensioni di mt 7 x 2 = mq 14!

domenica 7 ottobre 2012

Delle entrate e delle sale.

Vediamo come si progettano le entrate e le sale secondo quanto consigliato da Andrea Palladio al capitolo XXI "Delle loggie, delle entrate, delle sale, e delle stanze: & della forma loro" del Primo Libro dell'Architettura.
Trattasi come sempre traduzione dell'autore del blog.
"... le case bene ordinate hanno, nel mezzo e nella più bella parte, dei locali con i quali tutti gli altri comunicano. Questi locali al piano terra si chiamano entrate mentre agli altri piani sale. Le entrate servono come luoghi dove gli ospiti aspettano il padrone di casa per salutarlo e per discutere; sono la prima parte, oltre le logge, che si offre a chi entra in casa. Le sale servono per le feste, per gli incontri, per recitare commedie, nozze e simili sollazzi; devono essere locali molto più grandi degli altri e aver dimensione tale da poter accogliere comodamente molte persone. Le sale non devono eccedere nelle lunghezza oltre il doppio della larghezza: quanto più si approssimeranno alla forma quadrata tanto più saranno lodevoli e comode."


Villa Caldogno - Caldogno (VI)

E' chiaro che in un edifico moderno per un'utenza media non si possono certo fare simili sale, ma i criteri descritti per il dimensionamento delle stesse, a mio parere, sono utilizzabili per i locali di soggiorno. Vi è mai capitato di entrare in qualche soggiorno e di percepire qualcosa che non va? La prossima volta prestate attenzione alla forma del locale...

mercoledì 3 ottobre 2012

Delle logge.

Vediamo come si progettano le logge secondo quanto consigliato da Andrea Palladio al capitolo XXI "Delle loggie, delle entrate, delle sale, e delle stanze: & della forma loro" del Primo Libro dell'Architettura.
Trattasi di mia personale traduzione.
"Le logge si costruiscono generalmente nella facciata principale o nella facciata posteriore della casa. Si ricavano nel mezzo nel caso di soluzione ad unica loggia, oppure ai lati nel caso di soluzione a due logge. Le logge servono per i più svariati utilizzi e si possono fare di diverse grandezze, a seconda del fabbricato, ma generalmente non si fanno meno profonde (larghe) di metri 3,30 (10 piedi) né più di 6,60 (20 piedi).

Palazzo Chiericati - Vicenza

A mio parere tutti gli edifici, per poter essere "vissuti" fino in fondo, dovrebbero avere almeno una loggia.

lunedì 1 ottobre 2012

Costruire senza fronzoli.

Continuo oggi nella mia traduzione con riassunto di quanto scriveva Andrea Palladio nel capitolo XX "De gli abusi" del Primo Libro dell'Architettura.

"... neanche nelle cornici in marmo dei fabbricati si faranno cartocci (elementi attorcigliati) in quanto si dovranno vedere esclusivamente elementi che rimandano alla cornice realizzata con componenti lignei; inoltre, considerando il fatto che la cornice sostiene un carico deve, oltre ad essere, anche sembrare un elemento idoneo a sopportare il peso. L'eventuale trave in legno della cornice non assumerebbe mai la forma del cartoccio la quale forma da l'impressione di un elemento fragile non idoneo al sostentamento del carico...
Le cornici non devono sporgere troppo rispetto al fabbricato. Quando eccedono la misura che ragionevolmente ad esse si conviene, se sono in luogo chiuso lo rendono stretto e sgarbato oltre a spaventare chi vi sta sotto perché sembra sempre che stiano per cadere.
Non si devono inoltre fare le cornici sproporzionate rispetto alle colonne. Se sopra colonne piccole si realizzano cornici grandi oppure sopra colonne grandi si realizzano cornici piccole non c'è dubbio alcuno che il fabbricato risulti di bruttissimo aspetto...
Un'altra cosa da non fare assolutamente sono i frontespizi delle porte, delle finestre e delle logge spezzati nel mezzo in quanto, essendo essi concepiti per proteggere dalla pioggia, dalla neve e dalla grandine le persone ed il fabbricato stesso non si capisce la ragione per la quale si debbano spezzare tali elementi...
Non si devono fingere colonne spezzate facendo loro intorno anelli e ghirlande per simulare di tenerle unite e salde perché, essendo le colonne realizzate per sostenere il fabbricato devono sembrare intere e robuste..."

E' chiaro che nell'architettura le cose nuove e i cambiamenti a molti possano piacere, ma essi non devono essere realizzati contro i precetti dell'arte e contro la ragione. Anche gli antichi variarono i loro edifici ma non trasgredirono mai alcune regole universali dell'arte!
Per favore, non dimenticate questa regola.

Villa Ziggiotti Salviati
Arzignano (VI)

domenica 30 settembre 2012

Costruire con gli spunti della natura.

Oggi provo a tradurre ed a riassumere quanto scriveva Andrea Palladio nel capitolo XX "De gli abusi" del Primo Libro dell'Architettura.
"... l'architettura come tutte le altre arti è imitatrice della Natura... le colonne nella cima loro sono meno grosse che alla base come gli alberi, i quali tutti sono più sottili nella cima che nel tronco e appresso alle radici... considerato che le cose su cui si appoggia un grosso carico si schiacciano, sotto alle colonne vengono realizzate le basi le quali con i loro elementi (bastoni e cavetti) sembrano essere schiacciate dal peso che sostengono... così anche nelle cornici si introducono i triglifi, i modiglioni e i dentelli che rappresentano le teste di quelle travi che si usano per il sostentamento dei coperti... partendo da quello che la Natura nelle cose ci insegna, e dalla semplicità che nelle cose della Natura si scorge, si dovrebbero prendere gli spunti per fabbricare un'altra natura... per questo motivo non si dovranno costruire, al posto di colonne o pilastri, cartelle o cartocci (colonne attorcigliate) le quali alle persone del settore dovrebbero fare ribrezzo mentre a coloro che non se ne intendono dovrebbero creare nel vederle più confusione che piacere; in sostanza non producono nessun'altro effetto che aumentare la spesa della costruzione..." Continua nel prossimo post...

Credo anch'io che le migliori opere d'arte siano quelle "costruite" dalla natura. Vi capita mai di rimanere incantati ad osservare ad esempio un fiore? Ecco, un edificio costruito armoniosamente dovrebbe creare in voi lo stesso effetto!

sabato 29 settembre 2012

I piedistalli della colonne.

Vi propongo un personale riassunto del capitolo XIX "De i piedestili" tratto dal Primo Libro dell'Architettura di Andrea Palladio.
"Il piedistallo accresce molto di bellezza e di ornamento le colonne quando è realizzato con ragione e con proporzione alle altre parti della colonna medesima.
Gli antichi non hanno realizzato un tipo di piedistallo unico comune per tutti gli ordini architettonici.
Affinché il progettista possa prevedere un piedistallo armonioso deve sapere che gli antichi li fecero alcune volte di forma quadrata, cioè tanto lunghi quanto larghi, come nell'Arco dei Leoni di Verona. Altre volte li fecero prendendo come riferimento la luce architettonica dei vani, come nell'Arco di Tito a Santa Maria Nuova a Roma e in quello di Traiano sul Porto di Ancona, dove il piedistallo è alto per la metà della luce dell'arco. Tale misura si può usare per l'Ordine Ionico.
Altre volte usarono come riferimento la misura dell'altezza della colonna, come si vede a Susa, città in Provincia di Torino, ubicata alla base dei monti che dividono l'Italia dalla Francia, in un arco costruito in onore di Augusto Cesare oppure nell'arco di Pola, città della Dalmazia, oggi Croazia, oppure ancora nell'anfiteatro di Roma e negli Ordini Architettonici Ionico e Corinzio nei quali il piedistallo è per la quarta parte dell'altezza delle colonne. Tale misura il Palladio la consiglia per l'Ordine Corinzio.

L'Arco di Pola

Nell'Arco di Castelvecchio a Verona, il quale è bellissimo, il piedistallo ha misura corrispondente al terzo dell'altezza della colonna, come il Palladio consiglia di usare nell'Ordine Composito.
Quando Vitruvio nel suo Sesto Libro dell'Architettura ragionando sui teatri faceva menzione del "poggio" si riferiva al piedistallo, e consigliava di farlo di misura pari al terzo della lunghezza delle colonne poste ad ornamento della scena.
Piedistalli con misura che eccede il terzo del diametro della colonna ci sono a Roma nell'Arco di Costantino dove i piedistalli misurano come due parti e mezza l'altezza della colonna.
In quasi tutti i piedistalli antichi si vede essere stata osservata la regola di far la base più grossa due volte della Cimacia (modanatura alla base della colonna di cui scriverò su altro post)."

Come vedete, nessun elemento nell'architettura, anche quello che può sembrare più insignificante, va lasciato al caso. Di pari passo nella vita...

Alcuni link relativi agli elementi architettonici usati nel post:
2. l'Arco di Traiano ad Ancona:
3. l'Arco di Susa (TO):
4. l'Arco di Costantino a Roma

mercoledì 22 agosto 2012

Dell'Ordine Toscano - Parte seconda

In questo post si indicano le proporzioni degli elementi delle colonne realizzate con l'Ordine Toscano di cui si tratta nel capitolo XIV "Dell'Ordine Toscano" nel Primo Libro dell'Architettura di Andrea Palladio.
Segue una mia modesta traduzione di un estratto di cosa scriveva il grande architetto in merito. "I PIEDISTALLI, che si realizzano sotto le colonne, saranno alti un modulo e avranno forma regolare. L'altezza della BASE sarà uguale a metà del diametro della colonna. Tale altezza sarà divisa in due parti uguali: una parte costituirà l'ORLO il quale avrà forma quadrata. L'altra parte si dividerà in ulteriori quattro parti: una formerà il LISTELLO detto anche CIMBIA (che solo in questo ordine fa parte della base; negli altri ordini architettonici fa parte della colonna), le altre tre formeranno il BASTONE detto anche TORO. Lo sporto della base è pari ad 1/6 del diametro della parte inferiore della colonna. 
Il CAPITELLO è anch'esso alto come la metà del diametro della colonna nella parte inferiore, e si divide in tre parti uguali. Una costituirà l'ABACO, il quale per la sua forma è detto anche DADO, un'altra costituirà l'OVOLO, e la terza sarà divisa in sette parti. Una di queste sette parti costituirà il LISTELLO sotto all'OVOLO, e le altre sei formeranno il collarino. L'ASTRAGOLO avrà un'altezza pari al LISTELLO sotto all'OVOLO... Lo sporto del CAPITELLO, corrisponde al vivo della colonna nella parte inferiore. L'ARCHITRAVE che si appoggerà sopra sarà di legno a sezione quadrata; il lato del quadrato non supererà la misura del vivo della parte superiore della colonna. Le TRAVI della cornice formeranno uno sporto di lunghezza pari ad 1/4 della lunghezza delle colonne... Queste sono le misure dell'Ordine Toscano come insegnato da Vitruvio...".
Nel disegno allegato, realizzato con le proporzioni sopra esposte, sono indicati i nomi dei vari elementi della colonna.
Su richiesta può essere fornito il file del disegno in formato .dwg oppure il file del modello per Google SketchUp.
Non spaventatevi per la complessità, è solo apparente. L'ordine Toscano, tra l'altro, è il più semplice degli Ordini Architettonici!

mercoledì 8 agosto 2012

Dell'ordine Toscano - Parte prima

Trattasi dell'ordine dell'architettura più semplice.
Provo a tradurre ed a sintetizzare quanto scriveva Andrea Palladio nel capitolo "Dell'ordine Toscano" nel Primo Libro dell'Architettura.
"L'ordine Toscano, per quanto ne dice Vitruvio, ed in effetti si vede, è il più schietto e semplice di tutti gli ordini dell'architettura ... perché è privo di tutti quegli ornamenti che rendono gli altri riguardevoli e belli. Ebbe origine in Toscana ... e infatti ancora ne porta il nome ...
Le colonne con base e capitello devono misurare 7 moduli e iniziano a rastremarsi dalla quarta parte della loro altezza. Costruendo con questo ordine colonnati semplici si potranno fare gli spazi tra le colonne molto gradi avendo gli architravi in legno..."

Sulla base della mia esperienza, in relazione ai luoghi che frequento, mi sembra che negli ultimi anni si usi abbastanza l'ordine Toscano a discapito degli altri, anche se a volte non utilizzando le proporzioni dettate dal Palladio. In alcuni casi mi sembra addirittura si tratti di progetti senza studio dei rapporti tra le misure!
Nel prossimo post approfondirò nei dettagli questo semplice ordine. A presto!

giovedì 2 agosto 2012

I pilastri.

Credo che tutti sappiamo la differenza tra colonna e pilastro, ma, a scanso di equivoci, ricordo che la prima ha forma rotonda mentre il secondo no.
Ecco una sintesi personale di quanto scriveva Andrea Palladio nel capitolo XIII "Della gonfiezza e diminuzione delle colonne, degli intercolunnij e dei pilastri" nel Primo Libro dell'Architettura.
"... se si costruiscono le logge con i pilastri quest'ultimi dovranno essere realizzati in modo che non siano meno grossi del terzo dello spazio tra pilastro e pilastro. I pilastri negli angoli del fabbricato dovranno essere come i due terzi di detto spazio in modo che gli angoli del fabbricato stesso siano forti e sodi. Nel caso in cui i pilastri dovessero sostenere un carico molto pesante si costruiranno grossi come la metà dello spazio tra i pilastri stessi come ad esempio quelli ... dell'anfiteatro di Capua

L'anfiteatro di Capua (Caserta)

oppure grossi come due terzi dello spazio tra pilastri come quelli del teatro di Marcello a Roma

Teatro di Marcello a Roma

Alcune volte gli antichi hanno costruiti i pilastri grossi come lo spazio tra i pilastri stessi come nel teatro di Verona

Teatro Romano a Verona

Negli edifici privati i pilastri non si faranno più stretti del terzo dello spazio tra pilastri né più grossi dei due terzi e si faranno preferibilmente di forma quadrata; ma per risparmiare e per ottenere il portico più profondo si potranno costruire rettangolari, riducendone la profondità. Per adornare la facciata del fabbricato, nella parte esterna del pilastro, si potranno realizzare mezze colonne o altri pilastri a sostegno della cornice posizionata sopra gli archi della loggia..."

Scusate se ho continuato a ripetere la parola pilastro, ma mi è servito per chiarire i concetti, o almeno spero...

martedì 31 luglio 2012

La misura dello spazio tra le colonne.

Per ottenere un edifico armonioso, anche lo spazio tra le colonne deve essere correttamente dimensionato. Vediamo una mia sintesi dell'argomento tratta dal Capitolo XIII "Della gonfiezza e diminuzione delle colonne, degli interolunnij..." del Primo Libro dell'Architettura di Andrea Palladio.
"... gli spazi tra le colonne possono misurare come un 1,5 diametro di colonna, prendendo il diametro nella parte inferiore della colonna; possono essere di 2 diametri, di 2 + 1/4, di 3 e anche maggiori. Ma gli antichi non li usarono mai di misura maggiore ai 3 diametri di colonna (ad esclusione dell'ordine toscano...) né minori al 1,5 diametri; quest'ultima misura la usavano soprattutto quando facevano le colonne molto grandi. Ma la misura che più usarono fu quella uguale a 2 + 1/4 diametri di colonna... 
Si deve fare attenzione che tra gli spazi tra le colonne e le colonne stesse vi sia proporzione e corrispondenza. Facendo spazi grandi e colonne piccole si toglierà grande parte dell'effetto estetico, essendo che molto spazio tra le colonne diminuirà la percezione della grossezza delle colonne; facendo invece spazi piccoli e colonne grosse, per la strettezza e l'angustia degli spazi che si ricaveranno si otterrà un aspetto goffo e senza grazia.
Se gli spazi tra le colonne eccederanno i 3 diametri di colonna, si dovranno fare le colonne di diametro uguale alla settima parte dell'altezza della colonna medesima, come nell'ordine Toscano.
Se gli spazi tra le colonne saranno uguali a 3 diametri di colonna, le colonne saranno alte, compresa base e capitello, 7,5 oppure 8 diametri, come nell'ordine Dorico...

Se gli spazi tra le colonne saranno uguali a 2 + 1/4 diametri di colonna, le colonne saranno alte, compresa base e capitello, 9 diametri, come nell'ordine Ionico...
Se gli spazi tra le colonne saranno uguali a 2 diametri di colonna, le colonne saranno alte, compresa base e capitello, 9,5 diametri, come nell'ordine Corinzio...
Se gli spazi tra le colonne saranno uguali a 1,5 diametri di colonna, le colonne saranno alte, compresa base e capitello, 10 diametri, come nell'ordine Composito...
Le colonne nella fronte degli edifici devono essere sempre pari; lo spazio tra le colonne centrali sarà di maggiore dimensione in modo da mettere in evidenza l'entrata al fabbricato..."


Villa Foscari detta la Malcontenta di Andrea Palladio,
ubicata lungo il naviglio del fiume Brenta a Mira (VE).

Anche nella vita comune, le cose proporzionate sono più armoniose!

giovedì 26 luglio 2012

Le regole per la costruzione delle colonne.

Con questo post voglio indicarvi le regole per la costruzione del fusto delle colonne. Vi scrivo di seguito una sintesi di una parte del Capitolo XIII "Della gonfiezza e diminuzione delle colonne..." tratto dal Primo Libro dell'Architettura di Andrea Palladio.
"Le colonne di ciascun ordine si devono costruire in modo che la parte superiore sia più sottile della parte inferiore, e nel mezzo ci sia una rigonfiatura. Per quanto riguarda la diminuzione della parte superiore, essa diminuirà tanto più le colonne sono alte, essendo che l'altezza fa da sé l'effetto di diminuire conseguentemente alla distanza da cui si percepisce la colonna. Se la colonna sarà alta sino a 15 piedi (circa mt 4.90) si dividerà il diametro della parte inferiore in 6.5 parti e il diametro della parte superiore dovrà essere di 5.5 parti.
Se la colonna avrà un'altezza compresa tra i 15 e i 20 piedi (circa tra mt 4.90 e 6.50) si dividerà il diametro della parte inferiore in 7 parti e il diametro della parte superiore dovrà essere di 6.5 parti.
Similmente se la colonna avrà un'altezza compresa tra i 20 e i 30  piedi (circa tra mt. 6.50 e 9.75) si dividerà il diametro della parte inferiore in 8 parti e il diametro della parte superiore dovrà essere di 7 parti.
E così le colonne che saranno più alte si realizzeranno secondo detto modo...
Per quanto riguarda la gonfiezza della colonna, si deve dividere il fusto della colonna in 3 parti uguali; la parte inferiore sarà costruita perfettamente a piombo. Dalla parte finale di questa terza parte si disegnerà un arco che finirà al punto della diminuzione del diametro superiore della colonna, sotto al collarino; in questo modo la colonna viene gonfia in mezzo e si rastrema garbatamente.

In riferimento all'immagine soprastante:
A-B: terza parte della colonna dritta a piombo
B-C: due terzi della colonna che rastremano
C: diametro superiore della colonna diminuito secondo le regole sopra riportate


A questo punto della lettura siete in grado di progettare colonne secondo i canoni palladiani. Scusate se è poco...
Se a qualcuno interessa il file dell'immagine in formato .dwg, mi contatti all'indirizzo mail venetoarchitecture@gmail.com.

domenica 22 luglio 2012

Gli ornamenti dei fabbricati.

"... gli ornamenti, dei quali nessuno è maggiore di quello che possono dare le colonne quando sono messe al giusto posto e sono costruite in modo proporzionato al fabbricato." Dal Capitolo XI "Delle diminuzione dei muri e delle parti loro" del Primo Libro dell'Architettura di Andrea Palladio.



Nella foto fusti di colonne in mattoni per la costruzione di Villa Porto a Molina di Malo (VI), progettata da Andrea Palladio e mai conclusa.

Le colonne possono essere classificate, dal punto di vista architettonico, in vari ordini. Vediamo una sintesi di quanto scriveva Palladio nel Capitolo XII "Dei cinque ordini che usarono gli antichi" nel Primo Libro dell'Architettura.
"Cinque sono gli ordini dei quali gli antichi si servirono: Toscano, Dorico, Ionico, Corinzio e Composto. Questi si devono disporre negli edifici in modo che il più compatto sia nella parte più bassa... quindi sempre il dorico si porrà sotto lo ionico, lo ionico sotto al corinzio e il corinzio sotto al composto. Il toscano, essendo rozzo, si usa rare volte... e se si vorrà tralasciare uno di questi ordini, come ad esempio mettere il corinzio direttamente sopra il dorico, si potrà fare purché il più compatto sia sempre nella parte più bassa..."

Per avere un buon risultato dalla progettazione ricordate sempre l'importanza delle regole!

sabato 21 luglio 2012

Norme tecniche per le costruzioni.

Mi piace pensare che edifici costruiti 500 anni fa, senza tante Norme Tecniche per le Costruzioni, siano ancora perfettamente eretti e che addirittura siano ammirati dal mondo intero.


Villa Almerico Capra detta La Rotonda
Vicenza 1566-1591 (Andrea Palladio)


Vediamo alcune norme del tempo tratte dal Capitolo XI "Delle diminuzioni dei muri e delle parti loro" dal Primo Libro dell'Architettura di Andrea Palladio.
"...tanto più i muri salgono, tanto più diminuiscono di spessore... ma con discrezione affinché non siano alla fine troppo sottili... il centro dei muri di sopra deve cascare al centro di quelli di sotto... quando si volesse fare una superficie o faccia del muro di sopra in linea con quella di sotto, si dovrà farla dalla parte interna perché le travature dei solai, le volte e gli altri sostegni dell'edificio non lasceranno che il muro caschi o si muova... lo scalino che sarà di fuori si coprirà con una fascia o cornice che circondi tutto l'edificio,  che farà anche da ornamento... Gli angoli del fabbricato... devono essere assolutamente fermi e saranno formati da lunghe e dure pietre... Le finestre e le aperture si devono allontanare dagli angoli più che si può o almeno lasciare tanto spazio dall'apertura quanto al larghezza dell'apertura stessa...".
Poche ma buone regole...

mercoledì 18 luglio 2012

Edifici in pietra.

 
L'anfiteatro di Pola - Croazia

Credo che una foto sia meglio di tante parole, soprattutto se proferite dal sottoscritto.
Vediamo cosa scriveva il Palladio nel capitolo X "Del modo che tenevano gli antichi nel far gli edificij in pietra" nel Primo Libro dell'Architettura.
"...nelle opere degli antichi è stata usata tanta diligenza nel congiungere insieme le pietre che in molti casi la giuntura si riconosce appena; in questo modo, oltre ad ammirare la bellezza dell'edifici se ne apprezza la forza... gli antichi prima lavoravano solamente le facce delle pietre che andavano sovrapposte lasciando le altre parti grezze, poi le ponevano in opera in modo che tutte le facce della pietra a vista fossero più grandi del necessario; in questo modo potevano maneggiarle meglio senza timore di danneggiare la facce già finite... così costruivano gli edifici al grezzo per completarli in opera... Alcuni elementi che non si potevano fare in opera, come le rose tra i modiglioni e altri intagli nelle cornici, venivano fatti a terra prima della posa in opera... L'arco vicino a Castelvecchio a Verona (http://it.wikipedia.org/wiki/Arco_dei_Gavi)... fu costruito in detto modo... 

L'arco di Castelvecchio a Verona

La Colonna Traiana a Roma (http://it.wikipedia.org/wiki/Colonna_Traiana) similmente fu costruita perché in altro modo non potrebbe essere stata realizzata in quanto le giunture delle pietre passano attraverso le teste e le altri parti delle figure rappresentate...

La Colonna Traiana a Roma

E se qualche edificio era molto grande, come l'Arena di Verona, l'Anfiteatro di Pola, o simili, per risparmiare tempo e denaro, venivano lavorati solo le imposte delle volte, i capitelli e le cornici lasciando il resto grezzo, tenendo solamente conto della forma dell'edificio. Ma nei templi e negli alti edifici che richiedevano delicatezza non risparmiavano fatica nel lavorarli..."
Oggi gli edifici generalmente vengono rivestiti con lastre di pietra in modo da ridurne gli interventi di manutenzione nel tempo.
Ex sede UBS - Basilea (Svizzera)
Architetto Mario Botta

martedì 17 luglio 2012

Delle fondamenta.

Le fondamenta sono importanti nell'architettura come nella formazione culturale di ognuno di noi. Sopra a fondamenta precarie non potrà starci niente di stabile.
Vediamo una sintesi di quanto scriveva Palladio nel capitolo VIII "Delle fondamenta" nel Primo Libro dell'Architettura e proviamo, finché leggiamo, a pensare che quanto scritto si riferisca anche alla formazione culturale.
"Le fondamenta devono essere il doppio più grosse del muro che dovrà essere costruito sopra; si dovrà in ogni caso valutare la qualità del terreno e la grandezza dell'edificio, facendole anche più larghe nei terreni mossi e meno sodi o nel caso in cui avessero da sostenere un carico pesante. Il piano dello scavo dovrà essere orizzontale in modo che il peso dei muri si scarichi in modo uniforme evitando la creazione di crepe sui muri stessi...".
Le fondamenta del nostro bagaglio culturale devono saper supportare tutte le informazioni che vengono sopra caricate per scelta o per imposizione, scaricandole sul terreno sottostante, senza creare danni statici alla struttura, cioè a noi!


Il trattato di Leon Battista Alberti
"De re aedificatoria" del 1450 circa
(Ottima fondamenta per la nostra
formazione culturale in architettura)

lunedì 16 luglio 2012

Delle indagini geologiche.

Capita, non di rado, che qualche "genio" ritenga l'indagine geologica del terreno, sul quale andrà a costruire un edificio, una spesa superflua. A mio parere è uno degli errori più grossolani che si possano commettere!
Vediamo una sintesi di cosa scriveva il Palladio sul capitolo VII "Delle qualità del terreno, ove s'hanno da poner le fondamenta" nel Primo Libro dell'Architettura.
"...tra tutti gli errori nei quali fabbricando si può incorrere sono dannosissimi quelli che nelle fondamenta si commettono perché portano con sé la rovina di tutta l'opera e non si possono correggere senza grandissima difficoltà... In certi casi si hanno le fondamenta dalla natura in altri bisogna costruirle... Dalla natura si hanno le fondamenta quando si costruisce sopra terreni forti come le rocce; in questi casi non occorre realizzare alcuna opera. Se la natura non offre le fondamenta si dovranno costruire con l'arte e si potrà costruire su terreni sodi, ghiaiosi, sabbiosi, mossi, molli o paludosi..."


Palazzo Chiericati a Vicenza
di Andrea Palladio.
Costruzione iniziata nel 1551.

Considerata l'età dell'edificio e l'ottimo stato di conservazione, è scontato che siano state fatte indagini geologiche preventive e che, sulla base dei risultati delle stesse, sia stata effettuata la scelta del tipo di fondazioni realizzate. 

Chi prima non pensa in ultimo sospira!

domenica 15 luglio 2012

Dei metalli da costruzione.

Chissà cosa resterà di certe architetture di ostentazione in acciaio, leghe e cristallo tra 500 anni. Mi sembra che certi edifici vengano costruiti per stupire a discapito di funzionalità e durabilità, dimenticandosi di quanto asseriva Vitruvio su "Firmitas, Utilitas e Venustas"!
Vediamo invece cosa diceva Palladio nel capitolo VI "Dei metalli" nel Primo Libro dell'Architettura".
"I metalli che si adoperano nelle fabbriche sono ferro, piombo e rame. Il ferro serve per fare i chiodi, i cardini, i catenacci con i quali si chiudono le porte e per fare le porte stesse, le inferriate e simili lavori... Di piombo si coprono i grandi palazzi, i templi, le torri e altri edifici pubblici; si fanno i canali per lo scolo delle acque meteoriche nelle coperture; viene utilizzato inoltre per fissare i cardini e le inferriate nelle cornici di porte e finestre... Di rame si possono coprire gli edifici pubblici; gli antichi ci facevano i chiodi che volgarmente si chiamavano doroni, i quali fissati nella pietra di sotto e in quella di sopra evitavano movimenti... acciocché tutto l'edificio... fosse come di un pezzo solo e così molto più forte e duraturo... in rame erano anche le lettere per le iscrizioni che si pongono nel fregio degli edifici, si dice le cento porte di Babilonia, e due colonne di Ercole... Il rame mescolato con stagno, piombo o ottone... crea il bronzo, del quale molto spesso gli architetti si servono per fare basi di appoggio, colonne, capitelli, statue e altre cose simili... 


Copertura in rame della
Basilica Palladiana a Vicenza

Guggenheim Museum di Bilbao

giovedì 12 luglio 2012

Della calce per le costruzioni.

La calce nelle costruzioni è un elemento importante.
Se avete avuto modo di ammirare qualche villa veneta vi sarete accorti che gli intonaci non sono neanche da paragonare con certi impasti premiscelati dei giorni nostri.
Palladio, nel capitolo V "Della calce, e modo di impastarla" del Primo Libro dell'Architettura scriveva più o meno così: "Le pietre per fare la calce o si cavano dai monti o si pigliano dai fiumi. Ogni pietra dei monti è buona... migliore è quella durissima, soda e bianca e che cotta rimarrà un terzo più leggera della sua pietra. Ci sono anche certe sorti di pietre spugnose la calce delle quali è molto buona per l'intonacatura dei muri. Si cavano nei monti di Padova alcune pietre scagliole, la calce delle quali è eccellente per le opere che si fanno allo scoperto e nelle acque perché fa presa in fretta e si mantiene a lungo... Le pietre che si pigliano dai fiumi e dai torrenti, cioè i ciottoli fanno calce buonissima, che fa molto bianco, e lavoro pulito; per questo motivo si usa soprattutto per l'intonacatura dei muri. Ogni pietra di monte o di fiume si cuoce più o meno presto in base al fuoco che riceve, ma generalmente cuoce in sessanta ore... Cotta si deve bagnare e non immergere in una sola volta... Per far la malta si deve in questo modo con la sabbia mescolare: con sabbia di cava si mescoleranno tre parti di sabbia e una di calce; con sabbia di fiume si mescoleranno due parti di sabbia e una di calce."


Interni di Villa Caldogno
a Caldogno (Vicenza)


Tutto questo polpettone per dire che gli intonaci devono essere scelti con cura, rivolgendosi ad una ditta produttrice specializzata, informandosi sui processi di cava e di produzione dei materiali che utilizzano e possibilmente andando a verificare lavori già realizzati da almeno 7/10 anni con gli stessi prodotti che intendete usare. Fate attenzione anche all'orientamento delle pareti, in particolare a quelle rivolte a nord: su certi edifici recenti noterete il degrado sopraggiunto nel giro di pochi anni!

lunedì 9 luglio 2012

Della sabbia per le costruzioni.

Nelle costruzioni in muratura il tipo di sabbia utilizzato per la realizzazione delle malte ha grande importanza. Le sabbie non sono tutte uguali: anzi! Vediamo cosa scriveva in merito Andrea Palladio nel Capitolo IV "Dell'Arena", nel Primo Libro dell'Architettura.
"La sabbia è di tre sorti: di cava, di fiume e di mare. Quella di cava è la migliore e può essere nera, bianca, rossa o carboncino... la pozzolana nelle acque fa prestissimo presa e rende gli edifici fortissimi. Per lunga esperienza s'è visto che la bianca tra le arene di cava è la peggiore, e che tra le arene di fiume la migliore è quella di torrente che si trova sotto la balza, dove l'acqua scende, perché è più pura. L'arena di mare è di tutte la meno buona... L'arena di cava essendo grassa è la più tenace ma si divide facilmente; si usa nei muri e nei volti continuati. Quella di fiume è buonissima per le intonacature esterne. Quella di mare... è meno adatta a sostenere i pesi. Sarà ogni sabbia nella sua specie ottima se, premuta con le mani e maneggiata, striderà, e che posta sopra candida veste non la sporchi, né vi lasci terra. Cattiva sarà quella che mescolata nell'acqua la renderà torbida e fangosa, e che per lungo tempo sia stata all'aria, al sole, alla luna, e alla rugiada perché avrà mescolato terreno e umidità, atti a produrre arboscelli e fichi selvatici che sono di grandissimo danno alle fabbriche".


Festival delle sculture di sabbia a Jesolo (Venezia)

Se vi state costruendo la casa, attenzione alla sabbia che viene utilizzata, soprattutto per gli intonaci. Se andate in cantiere potete fare direttamente, in prima persona, le prove che ho scritto in grassetto. Ed anche con questa materia potete tastare la preparazione tecnica del vostro progettista.

domenica 8 luglio 2012

Dei mattoni da costruzione.

Sarà che sono un tradizionalista, ma usare il mattone come materiale da costruzione, a mio parere, è una modo certo per ottenere un buon risultato duraturo nel tempo, senza con questo voler screditare gli altri materiali da costruzione. Al giorno d'oggi la ricerca si è particolarmente evoluta e ci sono degli ottimi laterizi da costruzione che garantiscono, se posati a regola d'arte, ottimi isolamenti termici ed acustici, nonché solidità strutturale.
Ma vediamo cosa scriveva Andrea Palladio in proposito, nel Capitolo III "Delle Pietre", nel Primo Libro dell'Architettura.
"... le pietre che si fanno gli uomini, volgarmente per la loro forma si chiamano quadrelli. Devono essere realizzati con terra cretosa, bianchiccia e domabile; non si dovranno usare terre ghiaiose e sabbiose. La terra dovrà esser cavata in autunno, si lascerà macerare durante l'inverno e si formeranno i mattoni in primavera. Ma se fosse necessario realizzare i mattoni in inverno o in estate, dovranno essere coperti in inverno con sabbia secca e in estate con paglia. Costruiti i mattoni essi devono essere seccati per almeno due anni all'ombra, in modo che non si secchino solo in superficie... Si fanno di dimensioni maggiori o minori a seconda dell'edificio che si deve realizzare... Quelli di grosse dimensioni si devono forare in più luoghi in modo che meglio si secchino e cuociano."

L'arena di Verona


Se state per costruirvi una casa, e decidete di farla in laterizio, fate attenzione ai prodotti che scegliete sul mercato. Visitate i siti internet dei vari produttori e fatevi consigliare dal vostro progettista. In questo modo verificherete anche la preparazione tecnica del progettista.

giovedì 5 luglio 2012

Dei marmi e delle pietre.

Credo che la voracità costruttiva che ha caratterizzato il nostro tempo, ci abbia fatto dimenticare, se mai l'avessimo conosciuta, la buona norma per costruire a regola d'arte.
Molti difetti che riscontriamo nei materiali da costruzione forse sono da imputare ad una cattiva lavorazione degli stessi o alla non conoscenza delle loro caratteristiche.
Con questo post voglio parlare dei marmi e delle pietre che si utilizzano nelle costruzioni. Riporto qui di seguito un estratto dal capitolo III "Delle Pietre" del Primo Libro dell'Architettura di Andrea Palladio.
"... Le pietre con le quali si fanno i muri o sono marmi e pietre dure, che si dicono anche pietre vive, o sono pietre molli e tenere. I marmi e le pietre vive si lavoreranno appena cavati perché risulterà più facile lavorarli e si potranno mettere subito in opera: tanto più si aspetta a lavorarli tanto più duri diventeranno... Le pietre tenere si devono cavare d'estate e tenere allo scoperto; non si potranno posare in opera prima che siano trascorsi due anni da quando sono state cavate. Si devono cavare d'estate perché non essendo esse avvezze ai venti, alle piogge e al ghiaccio a poco a poco si induriranno e diventeranno idonee a resistere alle ingiurie del tempo...".

La Basilica Palladiana a Vicenza

Se vi state costruendo una casa nella quale impiegate pietre o marmi, ora sapete quali domande porre al marmista!

martedì 3 luglio 2012

Dei legnami da costruzione.

Non so cosa pensiate voi sull'utilizzo che facciamo oggi del legname per le costruzioni. Io, quando vedo edifici del 1500 con gli elementi in legno originari (travi dei solai, tavolati, ecc.), mi chiedo se nel 2500 ci sarà traccia delle nostre costruzioni. Ad esempio il legno lamellare, quanto durerà? Vedo inoltre che si utilizzano legni massicci trattati negli essicatoi, di cui viene data garanzia di stabilità, che poi non restano completamente fermi quando sono posati in opera!
Vi delizio allora, o almeno spero, con la mia traduzione del capitolo II "Dei legnami" del Primo Libro dell'Architettura di Andrea Palladio.
"... si devono tagliare l'autunno e per tutto l'inverno, in modo che gli alberi recuperano dalle radici quel vigore e quella forza che nella primavera e nell'estate sono sparsi per le foglie e per i frutti; si taglieranno con luna calante perché l'umore che degrada i legni con la luna calante è consumato: in questo modo non saranno attaccati da tarli e tignole. Si devono tagliare solamente sino al mezzo del midollo e così lasciarli finché si secchino: in questo modo uscirà quell'umore adatto alla putrefazione. Tagliati dovranno essere posti al riparo da sole, venti e pioggia; e affinché si conservino bene e non si secchino dovranno essere unti con sterco di bue. Non si devono tirare per la rugiada, ma nel pomeriggio; né si devono lavorare bagnati di rugiada o molto secchi perché i primi si rompono mentre i secondi daranno uno scarso risultato. Dovranno avere almeno tre anni per essere usati per palchi, porte e finestre..."


L'utilizzo del legno nel
Teatro Olimpico di Vicenza di Andrea Palladio.

lunedì 2 luglio 2012

Sbagliare è umano, perseverare è diabolico.

Quando ci si accinge a progettare un edificio, è sempre buona norma guardare le costruzioni della zona per capire quali possano essere le scelte corrette da operare e quali invece da evitare. I difetti costruttivi degli edifici ci devono insegnare cosa non bisogna assolutamente fare: sbagliare è umano, perseverare è diabolico!
Scriveva il Palladio nel Capitolo I del Primo Libro dell'Architettura "Quali cose devono considerarsi, e prepararsi avanti che al fabbricar si pervenga".
"... si deve anche aver considerazione della qualità e bontà della materia; per eleggere la migliore ci gioverà molto l’esperienza pigliata dalle fabbriche fatte dagli altri, perché da quelle aiutati potremo facilmente determinare ciò che ai bisogni nostri sia consono ed espediente...”.


Le crepe nelle murature dovute ai cedimenti delle fondazioni, ad esempio, dovrebbero insegnarci che una buona indagine geologica è indispensabile per una corretta progettazione.

domenica 1 luglio 2012

Le regole.

Non ci sono molti edifici che riescono a trasmettermi una "armonia architettonica". Anzi, direi che sono proprio pochi.
A mio parere la causa è nei rapporti geometrici tra i vari elementi che compongono l'edificio e l'intero edificio.
Scriveva il Palladio nel Capitolo I del Primo Libro dell'Architettura "Quali cose devono considerarsi, e prepararsi avanti che al fabbricar si pervenga".
"... per far le travamenta dei solari delle sale, e delle stanze, di tanti travi si provveda, che ponendole tutte in opera resti tra l'una e l'altra lo spazio di una grossezza e mezza di trave; mediamente circa le pietre si avvertirà che per fare le erte delle porte e delle finestre non si ricercano pietre più grosse della quinta parte della larghezza della luce, nè meno della sesta. E se nella fabbrica andranno adornati colonne e pilastri, si potranno far le basi, i capitelli e gli architravi di pietra e le altri parti di pietra cotta..."  


Solaio interno di
Villa Saraceno di Andrea Palladio

Prima di iniziare la progettazione di un edificio imponiamoci delle regole: ne uscirà sicuramente un'opera più dignitosa.

giovedì 28 giugno 2012

Villa Trissino Marzotto.

Il tour raccomandato con i post precedenti, può proseguire a Trissino, in Provincia di Vicenza, alla volta di Villa Trissino Marzotto.
In realtà il complesso e composto da due ville: quella Inferiore ed quella Superiore.
La Villa Superiore è stata eretta sull'impianto dell'antico castello medievale di Trissino. La Villa Inferiore, progettata dall'architetto Francesco Muttoni, è stata costruita nel XVIII secolo ed è bruciata due volte.


Villa Trissino Superiore



Villa Trissino Inferiore

Rispetto agli edifici descritti nei precedenti post, il complesso di Villa Trissino ha sicuramente carattere diverso, che non rispecchia a pieno i miei gusti. Come avrete avuto modo di capire io adoro Palladio.
In ogni caso il complesso è molto bello e merita una visita anche per ammirare i giardini.
Viva l'Italia.